L’energia solare, la fonte energetica rinnovabile per eccellenza e sempre più conveniente grazie ai costi in netta discesa, rischia di entrare in conflitto con un comparto fondamentale dell’economia regionale come l’agricoltura. La diffusione di pannelli fotovoltaici nei terreni coltivabili ha infatti alimentato le critiche dei titolari di aziende rurali, già colpite dai cambiamenti climatici.
Le restrizioni del governo
Al fine di tutelare le aree fertili e le eccellenze agroalimentari locali, il governo ha deciso – tramite il decreto-legge approvato in via definitiva dal Parlamento l’11 luglio – di consentire la loro installazione al livello del suolo solo per favorire il rinnovamento e il rafforzamento di impianti solari già attivi e senza sottrarre superfici alle colture. Un’iniziativa accolta con favore dai rappresentanti di associazioni come la Confederazione italiana agricoltori, convinti della validità dell’allestimento di moduli fotovoltaici su fabbricati in posizione sopraelevata rispetto ai campi seminati. Progetto avviato nel territorio del Basso Molise.
Le critiche del mondo ambientalista
Fortemente contrari, invece, i responsabili della galassia ecologista formata da Legambiente, Wwf e Greenpeace che ritengono l’intervento restrittivo del governo segno di un allontanamento dagli obiettivi energetici fissati per il 2030 che per il Molise equivalgono a circa mille megawatt prodotti da fonti verdi.
Fonte: Rainews Molise